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BIOGRAFIA
  - DICONO DI LUI / Ornella Muti
 
     
 
     
 
Ornella Muti  

Conversazione con
ORNELLA MUTI

 
 
     
  Che ricordo ho di Ugo Tognazzi? Un ricordo molto bello. Come uomo è stato meraviglioso con me, sempre gentile, e sempre si è comportato da gran signore quale era. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui ancora sconosciuta, e come grande professionista quale era mi ha sempre dato lo spazio di cui avevo bisogno e mi ha insegnato tantissimo: sono stata molto fortunata ad incontrare nei primi anni di lavoro un uomo ed un attore come lui. Insieme abbiamo fatto "Romanzo popolare" di Mario Monicelli, "La stanza del Vescovo" di Dino Risi e "Primo amore" sempre di Risi. Durante la lavorazione dei film i momenti belli sono stati tantissimi; abbiamo fatto bellissime mangiate insieme, come prevedibile, e mi ha fatto conoscere ristoranti eccezionali che sono rimasti poi parte del mio bagaglio anche culturale: sì, perché dal suo punto di vista il cibo è anche cultura. Di Ugo ci sarebbe da parlare tantissimo: sarei molto felice se di lui non ci fosse solo un ricordo legato al passato ma una memoria che rimanga viva con rassegne e manifestazioni che lo facciano conoscere anche ai pi giovani, poiché anche lui fa parte del nostro bagaglio culturale. Ho conosciuto Ugo nel 1974, all'epoca di "Romanzo popolare" di Monicelli, quando avevo poco più di vent'anni, e mi si è rivelato subito una persona splendida e generosa. Lavorare con lui era piacevole e divertente, a parte una serie di ceffoni tremendi che ho dovuto ricevere da lui in una sequenza in cui litigavamo... Sul set ti aiutava moltissimo e riusciva comunque a scherzare ed a smitizzare tutto anche quando erano previste delle scene drammatiche, in quel caso anche grazie a Monicelli, che riusciva sempre a rendere tutto semplice e naturale. In seguito, verso la fine degli anni Settanta, abbiamo girato insieme, diretti da Dino Risi, sia "La stanza del vescovo" che "Primo amore", diventando una coppia cinematografica affiatata e io mi sono sentita sempre come a casa, a mio agio. Il modo di vivere di Ugo, la sua tendenza costante al gioco ed il fatto che non ti facesse mai pesare le differenze di popolarità e di successo o il ruolo ed il carisma che aveva erano fantastici e il suo atteggiamento verso di me è rimasto sempre identico: lo trovavo geniale perché, oltre che enormemente simpatico fin dall'inizio, con me è stato sempre attento e premuroso, trattandomi sempre alla pari con lo stesso tipo di considerazione e di rispetto. I "mostri sacri" dell'epoca erano molto diversi tra loro pur essendo tutti fantastici per diversi motivi, e con Ugo, forse perché gli sono stata subito simpatica, ho avuto il raro privilegio di trovare non un personaggio tutto preso da se stesso ma un compagno di viaggio che mi ha introdotto in un mondo nuovo e sconosciuto con estrema semplicità e naturalezza. A lui piaceva mescolare il lavoro con la vita, gli piaceva stare bene con le persone e farle stare a loro agio e la maniera più naturale era quella di mettersi a cucinare per creare aggregazione intorno a sé: ricordo ad esempio delle colossali "abbuffate" a San Pellegrino Terme, nell'albergo in cui giravamo "Primo amore", di cui aveva in pratica requisito le cucine. Era un amico vero e quando, verso la fine, sentivo dire da qualcuno che era molto amareggiato la cosa mi dispiaceva moltissimo: non meritava di essere dimenticato neanche per un attimo, sono sicura che potesse creare ancora tanti personaggi memorabili.  
     
 
     
   
   
 
 
 
LA VITA DI UGO
 
 
UGO RACCONTA
 
 
DICONO DI LUI
     
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  Maurizio Nichetti
     
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  Piero De Bernardi
     
  Raimondo Vianello
     
  Stefania Sandrelli
     
  Tullio Kezich
 
 
LA CRITICA E UGO
 
 
UGO TOGNAZZI E RAIMONDO VIANELLO
 
     
 
 
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