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ROMANZO POPOLARE (1974)
 
     
 
     
 
Romanzo popolare  
  Titolo:
  Romanzo popolare
 
  Anno:
  1974
 
  Regia:
  Mario Monicelli
 
  Con:
 
Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Michele Placido.  
 
 
     
    Interpreti e Personaggi
     
     
     
  INTERPRETI E PERSONAGGI:  
     
  Ugo Tognazzi (Giulio Basletti), Ornella Muti (Vincenzina Rotunno), Michele Placido (l'agente Giovanni Pizzullo), Pippo Starnazza (Salvatore), Vincenzo Crocitti, Nicolina Gapetti, Alvaro De Vita, Francesco Mazzieri, Lorenzo Piani, Gaetano Cuomo, Gennaro Cuomo, Pietro Barreca.  
 
 
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    Cast Tecnico
     
     
     
  CAST TECNICO  
     
  Soggetto, sceneggiatura: Age [Agenore Incrocci], Furio Scarpelli, Mario Monicelli - Fotografia (Telecolor): Luigi Kuveiller - Scenografia: Lorenzo Baraldi - Musica: Enzo Jannacci - Montaggio: Ruggero Mastroianni - Produzione: Edmondo Amati per Capitolina Cinematografica (Roma) - Distribuzione: Fida Cinematografica - Origine: Italia.  
 
 
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    Trama
     
     
     
  TRAMA  
     
  Giulio Basletti, operaio in una grossa industria di Milano rimasto a lungo scapolo, ritrova un giorno Vincenzina, figlia di immigrati meridionali che diciotto anni prima egli aveva tenuto a battesimo ad Avellino. Tra il maturo ed evoluto operaio lombardo e la bella figlioccia nasce presto una simpatia che si conclude dopo pochi mesi con il matrimonio. Giulio guadagna bene, assicura alla moglie un discreto tenore di vita e tutto sembra andare per il meglio: anche perché il ménage è allietato dalla nascita di un figlio maschio, Ciccio. Ma un giorno Giulio porta in casa Giovanni, un giovane agente di polizia di origine meridionale, per il quale Vincenzina perde la testa. I due diventano amanti. Giulio non tarda ad accorgersi di quello che sta succedendo. La gelosia prende in lui il sopravvento sulle idee "moderne" e avanzate che era solito sbandierare ai quattro venti: finisce così con lo scacciare di casa, pubblicamente e clamorosamente, l'adultera che pur mostrava qualche segno di pentimento. Anni dopo, Giulio è andato in pensione, l'agente Giovanni è scomparso, trasferito altrove, e Vincenzina, che ha preferito restare a Milano, ha fatto carriera in fabbrica, è diventata capo-reparto, allevando con i propri mezzi il figlioletto. Ed è proprio per mezzo di Ciccio che Vincenzina fa arrivare a un Giulio sempre più solo e amareggiato un promettente invito a pranzo: forse l'avvio di una riconciliazione. Il film di Monicelli ha ottenuto, nella stagione 1974-75, un ottimo successo commerciale, arrivando al sesto posto nella graduatoria degli incassi nelle prime visioni con 1 miliardo e 660 milioni di lire.  
 
 
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    La Critica
     
     
     
  LA CRITICA  
     
  «[...] Per tre quarti il film vive di continui e maligni apporti verbali [...] radicati in un'osservazione del linguaggio quotidiano assai meno casuale e comunque assai più graffiante di quanto sia proprio del nostro cinema [...]. Tognazzi è bravissimo nel reinventare di persona la retorica del conformismo linguistico che la sceneggiatura gli porge su un piatto se non d'argento certo di splendido similoro (pur se la voce gli rimane cremonese e non milanese). Monicelli [...] ritorna alla scioltezza d'un tempo [...]».
 
  Claudio G. Fava, Rivista del Cinematografo, Roma, n. 4/5, aprile maggio 1975, p.222.  
     
  «[...] Monicelli ha retto le fila dello scherzo, tenendosene sempre a una distanza quasi critica anche nei momenti scoperti: per far ben capire fin dove credeva a quei personaggi e al loro modo di sentire, di parlare, di soffrire e fino dove, invece, ne rideva, ridendo anche della "cultura" passata e presente che li permea determinandone il comportamento. Esempio tipico di questa meditata distanza, l'interpretazione di Ugo Tognazzi nei panni del protagonista. Forse la sua migliore, comunque la più abile nel dominare e superare ogni ostacolo. [...] Tognazzi, [...] pur tra le maglie della commedia leggera, ha messo in pratica, senza strafare, lo straniamento di Brecht: si è guardato recitare, cioè, e ce lo ha fatto intuire, capire. Con tutto il calore necessario al carattere, ma, contemporaneamente, con tutta la necessaria misura per frenarlo (sia deridendolo, sia umiliandolo); dandoci con questo la misura stessa del film, la giusta chiave di lettura della regia.[...]».
 
  Gian Luigi Rondi, Il Tempo, Roma, 9 novembre 1974.  
     
  «[...] La vicenda [...] è solo una componente del film: e forse, nelle intenzioni di Monicelli, neanche la più importante. Premeva soprattutto, al regista, la rappresentazione di certa umanità sradicata, il poliziotto che trascina le domeniche impostando cartoline per i suoi, la vita - confusa e promiscua - nei falansteri di periferia [...]. Ma, a conti fatti, l'ambiziosa saldatura tra la "first story" e gli altri elementi del quadro rimane allo stato di desiderio. E questo, [...] anche per la straodinaria densità dell'interpretazione di Tognazzi, che, una volta impadronitosi del film, vi campeggia con onnivora maestria. Tutto si piega, narrazione e immagini, alla solida, fragile presenza di questo operaio sensato, sensuale, sentimentale e sentenzioso [...]. Grazie a un senso impeccabile del ritmo, l'attore dà gusto e colore alle battute di Giulio, o affronta, un po' ingobbito ed inquartato, le alterne vicissitudini di un ménage al tempo stesso infelice ed armonico. [...] Tognazzi traccia con pudore e autorità questa indifesa parabola, pur attento ai risvolti faceti che la sceneggiatura gli commette [...]».
 
  Francesco Savio, Il Mondo, Roma, 21 novembre 1974, p. 22.  
     
  «[...] Ugo Tognazzi, usicto indenne dal falso Mussolini di qualche mese fa, fornisce in "Romanzo popolare" una delle sue prove migliori. Come quasi tutti, dà il massimo quando si avvicina alle origini etniche, di cremonese inturbato. [...]».
 
  P.B. [Pietro Bianchi], Il Giorno, Milano, 21 ottobre 1974.  
     
  «[...] Qua e là il film si sbraca nei chiassosi eccessi della commedia all'italiana, ma riesce a tenere fino all'anticonformistica conclusione in chiave femminista. Due i pregi indiscutibili: un Tognazzi in gran forma, anche perchè gioca in casa, e l'inconfondibile contributo meneghiano di Enzo Jannacci ai dialoghi (e alle musiche)».
 
  Morando Morandini, Lo Speciale, Milano, 26 novembre 1974.  
 
 
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Ugo Tognazzi e Ornella Muti nel film ROMANZO POPOLARE - 1974   Ornella Muti e Ugo Tognazzi nel film ROMANZO POPOLARE - 1974   Ugo Tognazzi e Michele Placido nel film ROMANZO POPOLARE - 1974
 
 
 
Ugo Tognazzi nel film ROMANZO POPOLARE - 1974      
 
 
 
 
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