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BIOGRAFIA
  - DICONO DI LUI / Morando Morandini
 
     
 
     
 
Morando Morandini  

Conversazione con
MORANDO MORANDINI

 
 
     
  Cantami, o diva, di Ugo cremonese il multiforme ingegno. Cremona fu famosa per le tre T (tette, torrone e torrazzo). Tognazzi fu la sua quarta specialità, l'unico padano dei quattro grandi comici della sua generazione, tutti nati il 1920 e il 1922, quella dei "Colonnelli" della cinecommedia italiana (Sordi, Manfredi, Gassman), come furono chiamati negli anni '70. Di quel quartetto fu (anzi è: i suoi film restano) il più cangiante, duttile, eclettico. Proveniente dalle pratiche alte del teatro, Gassman aveva sul palcoscenico un registro più ampio del suo, ma sullo schermo era più di lui condizionato dal fisico, dal corpo. Dei quattro era colui che aveva fatto, gradino per gradino, la gavetta più lunga e dura. Con padana tenacia, «con la sua beffarda laboriosità di formichina comica» (Claudio G. Fava), fece la sua arrampicata fino a diventare uno dei maggiori interpreti del cinema italiano. Quando era un giovane capocomico del teatro di rivista negli anni '50, non possedeva una forte personalità e nemmeno quel marchio di fabbrica che avevano Macario, Dapporto, Rascel, Taranto per non dire di Totò. Mentre gli altri, però, con poche varianti, incarnavano lo stesso personaggio, Tognazzi seppe moltiplicarsi in tante figure con la sua faccia per metà contadina per metà borghese che ricapitola un'intera generazione di self-made men del Nord. La sua padanità longobarda gli permise di esprimere in tutte le sfumature furberia, libertinaggio, egoismo, ipocrisia, disgusto, cattiveria, ribrezzo in modi diversi dai codici mediterranei degli altri comici. Nella sua vita professionale ebbe tre grandi dolori: il distacco da Marco Ferreri dopo "La grande bouffe"; la mancata occasione del "Viaggio di G. Mastorna" che Fellini covò per anni, pensando a lui, in alternativa a Mastroianni; l'insuccesso di "La tragedia di un uomo ridicolo" di Bertolucci che avrebbe sancito il suo passaggio ad attore drammatico. Era un uomo che amava vivere, e godersi la vita: accanitamente fornicava con tutti e cinque i sensi. Secondo Stefano Reggiani, la sua filosofia di vita era: siate soli con l'anima e mangiatori col corpo.  
     
 
     
   
   
 
 
 
LA VITA DI UGO
 
 
UGO RACCONTA
 
 
DICONO DI LUI
     
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  Piero De Bernardi
     
  Raimondo Vianello
     
  Stefania Sandrelli
     
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LA CRITICA E UGO
 
 
UGO TOGNAZZI E RAIMONDO VIANELLO
 
     
 
 
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