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ELENA GIUSTI
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Le ragazze che lavoravano nel teatro di varietà erano considerate, all'epoca, quasi delle perdute. Io sono andata via da casa con un diploma in pianoforte in tasca e una severa educazione. Facevo una vita molto castigata, e a sedici anni soffrivo quando la sera dovevo restare a casa e indossare le calze di cotone. Aspiravo a qualcosa di meglio, per questo me ne andai a crearmi la mia vita a Roma. Il teatro era l'obiettivo primario per una ragazza che voleva emanciparsi. |
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Negli anni Cinquanta c'era quasi una gara tra le compagnie e le dive. Sono sempre stata amica di Wanda Osiris, ma la stampa e i fan inventarono questa storia della competizione dicendo che cercavamo sempre di superarci vicendevolmente nella cura dei costumi e nei gioielli di scena. |
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Per tre anni ho fatto poi compagnia con Ugo Tognazzi. A quel punto capii che potevo anche ritirarmi perché avevo avuto tutto dallo spettacolo. |
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Ho terminato con Tognazzi nel '54 e ho fatto della televisione. Inizialmente mi divertiva. In televisione ho fatto delle operette. Poi nel '57 sono andata in America: giravo con uno show di un'ora dove si cantava, si dialogava con il pubblico, non si cambiava né vestito né testo, che era unico sia per i teatri che per i night. |
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