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Ho avuto il privilegio di recitare con Ugo Tognazzi in due film, "Scusa se è poco" di Marco Vicario, accanto a Monica Vitti, e "Ultimo minuto" di Pupi Avati, ma, al di là delle brevi esperienze su questi due set, per me è stato molto importante poterlo frequentare nella vita, soprattutto insieme a Paolo Villaggio. Provo per lui una stima, un rispetto ed un affetto infiniti ed ho scoperto strada facendo che mi legano a lui moltissime affinità caratteriali, ad esempio l'amore e per il cibo, un gusto completo della vita e l'atteggiamento nei confronti della famiglia. Mi colpiva molto il fatto che fosse in grado di fare benissimo il suo lavoro ma di sapere mantenere sempre un grande distacco: per lui erano importantissimi anche il prima ed il dopo di ogni ripresa ed infatti aveva grandi qualità come essere umano oltre ad essere un grandissimo attore. Naturalmente lo ammiravo enormemente fin da prima di conoscerlo insieme agli altri grandissimi interpreti di commedie della sua generazione che avevano avuto la splendida opportunità di lavorare con registi, sceneggiatori e produttori in uno spirito di concreta cooperazione, che è quello a cui io nel mio piccolo ho sempre ambito. Il nostro cinema purtroppo oggi è cambiato profondamente, non c'è più lavoro di squadra, è un mondo di solisti dove ognuno decide di correre da solo la sua gara: avevamo provato per qualche tempo a fare qualcosa di simile con Gabriele Salvatores e con altri, ma non esistono le condizioni oggettive per potersi muovere inquesto senso. I ricordi del tempo trascorso con Tognazzi sono ambientati quasi tutti in cucina, pi
che sui set: uno in particolare mi fa ridere ancora adesso e riguarda una sera in cui ero suo ospite insieme ad altri amici nella sua villa di Velletri. Ugo aveva fatto preparare uno speciale panettone a forma di tacchino di cui era particolarmente orgoglioso e non vedeva l'ora di suscitare la nostra ammirazione, ma quando arrivò il momento di farlo servire in tavola la sua espressione estasiata si trasformò in uno stupore allibito. In cucina, in sua assenza, avevano tagliato in anticipo a fette la sua creazione meticolosa sbriciolandola selvaggiamente e lui avrebbe voluto come minimo strozzare il cameriere... |
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