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In "Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada" ho diretto Ugo nel ruolo di un sottosegretario impegnato a districarsi in una situazione surreale e cioé il dover accogliere nel giardino della propria villa l'auto superblindata del Ministro dell'Interno (Gastone Moschin) rimasta in panne nelle vicinanze e cercare di liberare il politico rimastovi prigioniero all'interno. A mio parere si trattava di un bel ritratto grottesco dell'Italia dei primi anni Ottanta che avevo scritto con Silvia D'Amico e con Age cercando di andare oltre la consueta commedia italiana perché venivano affrontati argomenti che fino ad allora erano tabù: ad esempio era l'unico film in cui si faceva dell'ironia sulle Brigate Rosse. C'erano Piera Degli Esposti che interpretava la moglie di Tognazzi, Enzo Jannacci che era un brigatista, Roberto Herlitzka e Valeria Golfino al suo debutto sullo schermo e Ugo sul set si divertiva molto, contento di dar vita ad un tipico democristiano arrivista che viene portato dalle circostanze a riscoprire valori più veri, anche se troppo tardi. Era un grande attore ed una persona straordinaria, abbiamo vissuto una bella esperienza, c'era in noi un grande piacere di lavorare insieme e anche se lui aveva, a torto, la fama di non imparare mai fino in fondo le battute del copione fu invece inappuntabile recitando senza nessun problema alcune scene lunghissime. Dopo di allora ho continuato a frequentarlo e ci sono state altre ipotesi di lavori comuni che poi non si sono concretizzate. Ugo faceva parte di una generazione d'oro e quando nel cinema successivo hanno dilagato l'improvvisazione e la fuggevolezza che hanno sostituito la preparazione, la cura e la passione lui si sentiva sempre più estraneo. |
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