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Film Festival “Terra di Siena” |
(Il Cittadino Oggi, articolo di Fabrizio Boschi, Siena 2003) |
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Non solo un attore ma una pietra miliare della commedia all'italiana. Con i suoi 150 film, Ugo Tognazzi, ha rappresentato gli ultimi trent'anni di storia. Il Film Festival “Terra di Siena” ha organizzato un tributo a questo grande personaggio allestendo una mostra e tenendo un convegno di due giorni sulla sua vita, privata e professionale. Ha partecipato anche il regista Carlo Vanzina. Eccezionale però la presenza al Santa Maria della Scala della famiglia Tognazzi con i figli Ricky e Maria Sole e la moglie Franca Bettoja. Oggi la seconda giornata alla quale parteciperà Gianmarco Tognazzi che ha risposto ad alcune nostre domande. |
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SIENA. "Il petomane", "L'ape regina", "Il vizietto", per dirne solo tre. Ma sono 150 i film che ha girato Ugo Tognazzi. Eppure sembra che la sua arte sia stata un po' dimenticata. Di sicuro però non a Siena. È iniziato ieri il simposio di due giorni dedicato al grande personaggio del cinema che ha riunito grandi attori e registi. Bella la presenza di quasi tutta la famiglia Tognazzi: la moglie Franca Bettoja e i figli Ricky e Maria Sole. Per i registi la rappresentanza era delle più degne: Carlo Vanzina. «Quando girava era una forza della natura» dice di Tognazzi Vanzina, «circondato sempre da registi che gli chiedevano di fare film con loro. Era un uomo poliedrico e colto. Ricordo che quando girava in qualche posto voleva sempre andare a visitare mostre o musei. Era geniale. Ad esempio "la supercazzola" in "Amici miei" era solamente scritta nella sceneggiatura ma lui è riuscito a renderla magica sul set». Sempre ieri è stata inaugurata anche la mostra su Tognazzi "Un, due, tre" che raccoglie foto, locandine e manifesti di alcuni dei suoi film più famosi. Questa esposizione, che sarà visibile alla sala San Pio del Santa Maria della Scala fino al 15 ottobre, è stata curata da Giancarlo Governi. Oggi, dalle 16 alle 19 si terrà la seconda giornata di convegno al quale interverranno Valerio Caprara, Dino Risi, Paolo Villaggio, Mario Monicelli, Piero De Bernardi, Gianmarco Tognazzi, Pier Francesco Listri e Luca Verdone, che saranno coordiriati da Ernesto G. Laura. Stasera, invece, grande attesa per "Passato Prossimo" il primo film di Maria Sole, interpretato anche dal fratello Gianmarco. |
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Gianmarco Tognazzi, cosa ne pensa di festival di questo genere? |
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«Se le cose vengono fatte bene come in questo caso, sono ottime iniziative». |
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E del fatto che sia stato deciso di ricordare suo padre? |
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«Tutta la mia famiglia prova una grande riconoscenza per il tributo deciso in memoria di nostro padre perché credo sia importante ricordarlo per le nuove generazioni. Il fatto poi che questa scelta sia stata voluta fortemente da un amico come Carlo mi fa doppiamente piacere perché so l'affetto che lui aveva per mio padre e trovo, dunque, che questo sia un grande gesto di amicizia e di rispetto nei suoi e nei nostri confronti. Mi ha toccato profondamente specialmente pensando che questo è l'anno nel quale è morto Alberto Sordi e quanto Carlo fosse legato a lui. Avrebbe potuto decidere di ricordare Sordi e, invece, ha deciso di tributare l'opera di mio padre». |
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E della mostra che ci dice? |
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«Abbiamo cercato di partecipare con tutti i mezzi a nostra disposizione all'allestimento. Abbiamo recuperato cose interessanti come locandine e foto d'epoca, vestiti e feticci, album di riviste e tagli di giornali che aveva tenuto da parte mia madre in cassetti non con grande ordine perché non era difficile avere un archivio legato lui». |
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La sua decisione di calcare le scene è stata influenzata dalla figura di suo padre? |
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«Chiunque decida di fare questo mestiere ne resterebbe influenzato anche se non è detto che i figli degli attori facciano gli attori. È naturale che in un lavoro come questo ci sia un tramando perché questo è l'unico modo di conoscere i segreti del mestiere. Se ci fossero scuole formative sarebbe diverso. Se il nostro è un mestiere di raccomandati allora anche tutti gli altri lo sono». |
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Com'era suo padre nel privato? |
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«Aveva un grande carisma e una forte personalità. Viveva alla luce del giorno, per questo la gente lo amava. Ha rappresentato trent'anni di storia italiana, con l'amore per la vita, per il cibo e per le donne. Era un uomo che ha fatto questo lavoro con divertimento, passione e onestà. Ho visto mio padre essere amato dalla gente». |
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Il talento si può tramandare? |
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«Non è detto che anche il talento si tramandi. Abbiamo un origine che comunque è quella di mio padre e che cerchiamo di mantenere nel nostro modo di essere. È uno stile di vita che nessuno di noi emula. Ognuno fa la sua strada con la propria personalità». |
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Ritiene che la figura di suo padre sia stata trascurata? |
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«Non è il fatto di dimenticare Ugo Tognazzi. Il fatto è che vengono dimenticati un po' tutti. I soggetti che dovrebbero tramandare l'opera di questi personaggi alle generazioni successive non ci pensano. Poi non ci si lamenti se le ragazze di oggi invece di ambire a diventare una Sophia Loren o un Anna Magnani, vogliono diventare delle Veline. Quella che viene chiamata la settima arte sta attraversando una crisi d'identità e se si pensa che i nuovi punti di riferimento di oggi saranno quelli di domani, la questione si fa preoccupante. Forse si ha paura del cinema, non lo so...». |
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Qual è il film di suo padre che preferisce? |
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«"Amici miei", "Il vizietto", "L'ape regina", ce ne sono decine. Ci sono alcuni film nei quali mi è piaciuta di più la storia, altri nei quali mi è piaciuto di più mio padre. Il tempo che passa ti fa valutare le cose con più tranquillità e meno con voglia di giudizio categorico. Ricordo che quando Totò era vivo se ne parlava quasi come un pagliaccio e poi è diventato il re del cinema». |
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Che ne pensa di "Passato prossimo" il film di sua sorella Maria Sole? |
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«È la dimostrazione di come il film di un esordiente possa essere grande. Difficilmente i film di commedia vengono premiati come opere prime. Questo lo è stato e penso che se lo meriti davvero. Spero che sia una delle motivazioni che le facciano credere in quello che sta facendo e l'aiutino a fare presto un altro film». |
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E quelto di suo fratello Thomas? |
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«È un film a cui tengo particolarmente. È stato vittima di una serie di difficoltà iniziali, non ricevendo la giusta attenzione dalla critica. Mi piacerebbe vedere un gesto d'amore verso questo film. In fondo se ha vinto tre David di Donatello in Norvegia, vuol dire che qualche pregio ce l'avrà...». |
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Fra voi c'è competizione? |
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«Assolutamente no, siamo invece molto uniti altrimenti mio fratello non mi avrebbe chiamato come protagonista dell'ultimo film con lui e Simona Izzo alla regia, dal titolo "lo no". Soprattutto negli ultimi anni sono stato felice di avere vicino i miei tre fratelli». |
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Fra voi quattro chi è che ha più talento? |
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«Il talento si acquisisce nell'arco di una carriera. C'è un istinto che non ha a che fare con il talento e, se c'è, si riflette nelle cose che si fanno. Inoltre esistono talenti diversi, ognuno di noi ha un suo modo di fare secondo il taglio che si vuole dare alle cose». |
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Sarà mai possibile un film che vi riunisca tutti? |
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«Ci vorrebbe un film dove fanno la regia in tre o dove io e Ricky siamo gli attori. Ma in fondo, in parte è già successo. Spesso abbiamo lavorato insieme. In "Sos" di Thomas, io facevo l'attore e Maria Sole era l'aiuto regia. Anche in quest'ultimo film Ricky è regista insieme a Simona e nel cast c'è anche il figlio di Simona, Francesco Venditti.. Altri esempi di lavoro insieme sono stati "Maniaci sentimentali" e "Arrivederci e grazie". Insomma, lavorare tra noi non è stato mai un problema». |
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Che ne pensa di un film sulla vita di suo padre? |
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«La vita di mio padre è già un film di per sé. Per cui è inutile raccontarla». |
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Cosa crede di aver preso da suo padre? |
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«Credo di aver preso il carattere, la grande dedizione al lavoro e al voler instaurare un contatto diretto con il regista. Poi credo la voglia di voler stare a stretto contatto con gli altri per acquisire una confidenza tale che mi fa vivere bene i rapporti con la gente». |
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Il convegno a cosa mira secondo lei? |
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«Il convegno e la mostra sono il segno che Siena e Carlo Verdone hanno voluto dare al cinema. Avrebbe potuto ottenere lo stesso risultato ricordando Sordi, De Sica, Pasolini o Rossellini. In ogni caso sono segni importanti che arrivano a chi si interessa di cinema. Visto che non ci pensano le istituzioni è giusto che lo facciano altri soggetti. Non abbiamo scuole in Italia che insegnino cinema come si insegna la storia e l'architettura. Il cinema sembra essere superato. Forse fra duecento anni anche la televisione sarà superata». |
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