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Il vizietto |
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INTERPRETI E PERSONAGGI: |
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Ugo Tognazzi (Renato Baldi), Michel Serrault (Albin / Zazà), Michel Galabru (il deputato Charrier), Carmen Scarpitta (la signora Louise Charrier), Luisa Maneri (Adrienne Charrier), Laurent Remi (Laurent, figlio di Renato), Venantino Venantini (l'autista), Benny Luke (Jacob), Claire Maurier (Simone), Carlo Reali, Guido Cerniglia, Angelo Pellegrino, Nicola D'Eramo, Vinicio Diamanti, Liana Del Balzo. |
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CAST TECNICO |
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Soggetto: dalla commedia "La cage aux folles" di Jean Poiret - Sceneggiatura: Francis Veber, Edouard Molinaro, Marcello Danon, Jean Poiret - Fotografia (VistaVision, Eastmancolor): Armando Nannuzzi - Scenografia: Mario Garbuglia - Costumi: Piero Tosi - Montaggio: Robert e Monique Isnardon, Alessandra Olsoufieff, Carlo Della Corte - Musica: Ennio Morricone - Produzione: I.P. A.A., Paris/D.A .M.A., Roma - Origine: Francia-ltalia - Distribuzione: United Artists Europa - Titolo di comproduzione: "La cage aux folles". |
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TRAMA |
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L'italiano Renato e il francese Albin, detto Zazà, sono due omosessuali che da vent'anni vivono assieme come marito e moglie e come compagni di lavoro (gestiscono infatti a Saint-Tropez un night per travestiti, "La Cage aux Folles", aperto proprio a fianco del loro appartamento); serviti da un giovane domestico negro, hanno anche cresciuto un figlio avuto da Renato nel corso di una occasionale avventura eterosessuale, Laurent. Il giovanotto sconvolge i "genitori" quando annuncia la sua intenzione di sposare Adrienne, figlia del deputato conservatore e moralista Charrier. Laurent ha già invitato i futuri suoceri a conoscere la famiglia: per l'occasione Renato passerà per un diplomatico e Albin vestirà i panni della moglie. Il gioco degli equivoci si fa difficile quando gli ospiti scoprono la particolare natura della famiglia di Laurent, mentre sopraggiunge la vera madre del giovane, ma, costretto egli stesso a travestirsi da donna per sfuggire ai giornalisti sopraggiunti nel locale, il padre della ragazza non potrà impedire le sue nozze con Laurent. |
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LA CRITICA |
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Dopo l'uscita del film sugli schermi italiani, Tognazzi ha espresso il proprio dissenso sul titolo scelto: «Chiamare vizietto ciò che i diversi possono fare è razzista», ha dichiarato alla stampa, aggiungendo che questa titolo «si ricollega a film semipornografici, quando nel film di Molinaro l'aspetto sessuale non c'entra nel modo più assoluto». |
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«[...] Malgrado ci siano tutte le premesse di costume, di psicologia, di storia, per cadere nel cattivo gusto, nella morbosità e nel razzismo, la commedia di Poiret riesce a mantenersi in abile equilibrio, rispettando con intelligenza ed ironia le situazioni più imbarazzanti e scivolose. La stessa sorte tocca al film di Molinaro [...] che mai scivola sulle numerose bucce di banana di cui e disseminato il percorso [...]. Si ride senza vergognarsi [...] e ci si diverte senza complessi di colpa per il tema, tale è la leggerezza di mano e l'affettuosità di sguardo con cui è trattato. Ma "Il vizietto" è soprattutto l'apoteosi di due interpreti, il finissimo Michel Serrault (doppiato benissimo da Oreste Lionello), scatenato in un gioco di isteria-malinconia che dà spessore umano ad un personaggio tradizionalmente votato al macchiettismo, e il sornione Ugo Tognazzi, qui ancora più bravo che in "Splendori e miserie di Madame Royale"».
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«[...] Molinaro [...] ha mirato soprattutto alla pochade, riducendo i personaggi a macchiette e coinvolgendoli a forza in un intrigo esclusivamente affidato ai più scontati meccanismi teatrali dei qui pro quo, delle sorprese e dei contrattempi con un certo brio, ma, anche nelle caricature, senza quella finezza umoristica di cui, in passato, era riusciuto a dar prova [...]. Comunque si può ridere, anche se, alla lunga, il merito sembra doversi quasi soltanto attribuire ai due interpreti principali, Ugo Tognazzi e Michel Serrault. Il primo, tornato al tema omosessuale dopo "Splendori e miserie di Madame Royale", lo rinverdisce qui con accenti nuovi, in equilibrio sapido fra la parodia scoperta ed una sorta di distacco critico quasi brechtiano, il secondo [...] con tutti i vezzi, i lazzi, Ie smancerie e gli isterismi che il suo molo pretendeva; esagerata e esagitato ma sempre ameno [...]».
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«[...] Fedele all'impaleo teatrale, il film [...] non ha niente di volgare o di morboso. Propone con affettuosi sorrisi i ritratti di due invertiti, nei cui comportamenti si riflettono i rapporti che corrono tanto spesso fra consorti legittimi [...]. Il merito della buona riuscita va soprattutto agli interpreti: a Ugo Tognazzi, il quale sullo schermo ha preso il posto che nella commedia aveva Poiret, e dietro la facciata comica fa sapientemente vibrare corde accorate, e allo strepitoso Michel Serrault che, assunta la voce italiana di Woody Allen, traduce l'effeminata figura di Albin con un'eleganza di tratto e una verità di affetti da strappare applausi a scena aperta [...]».
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FOTOGALLERY |
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