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A Siena recentemente un festival ha reso omaggio a Ugo Tognazzi. Qui incontrai Franca, la moglie di Ugo. Bella, intelligente, simpatica. Cenammo assieme e inevitabilmente parlammo di lui. Mi accorsi che Franca aveva un peso di cui voleva liberarsi. E lo fece raccontandomi quello che accadde a Ugo il giorno in cui, mentre recitava in teatro, a Roma, una commedia di Moliére, fu colpito da ictus. Fu ricoverato subito in un ospedale, dove le sue condizioni non sembrarono gravi. Solo una lieve paresi nel lato sinistro della faccia gli creava qualche difficoltà nel linguaggio. Ma insomma, una cosa che poteva risolversi senza creare danni. Tanto che Tognazzi chiese più volte di lasciare l'ospedale e di essere riaccompagnato a casa. La moglie era con lui, quando un primario entrò nella stanza. Zoppicava leggermente. Tognazzi era seduto sulla sponda del letto. Il professore lo guardò a lungo e disse: «Caro Tognazzi, lei vuole ritornare a casa? Mi dispiace, ma lei qui deve fare quello che decidiamo noi, non quello che vuole lei. Lei è malato, se lo metta bene in testa. L'ictus che I'ha colpita è solo un avvertimento; può preludere a qualcosa di più grave. Lei ha avuto una bella vita, ha avuto denaro, successo, donne; è stato un uomo fortunato. Pensi a quelli che non hanno avuto la decima parte di quello che ha avuto lei. Io mi sono fatto trent'anni d'ospedale mentre lei andava in giro a godersela. Le è andata bene. Ma ora quel tipo di vita è finito per lei. Non può tornare indietro. Deve rassegnarsi. Non è più il Tognazzi di una volta, quello che stava su tutti i giornali, abbracciato alla fidanzata di turno. Finiti gli applausi, i contratti milionari, e le allegre mangiate con gli amici e le amiche. La pacchia è finita, caro Tognazzi. Lei non va a casa, lei sta qui dove la possiamo curare. Ma le ripeto, non si illuda di tornare quello di prima. Il Tognazzi che fa ridere la gente, che si porta a letto le donne più belle del mondo, non c'è più. Tognazzi è diventato come uno di noi, che tiriamo la carretta col nostro magro stipendio, da quarant'anni sempre con la stessa moglie. Vedrà che le farà bene. Se non altro, potrà godersi tanti bei ricordi. Adesso si metta tranquillo, che le mando l'infermiera a farle un'inniezione». Guardò la moglie di Ugo, disse: «Signora...». Zoppicando uscì. Tognazzi stava sempre seduto sulla sponda del letto, con la testa bassa. La moglie immobile. Era allibita. Sei ore dopo Ugo moriva. |
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