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Il mantenuto |
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INTERPRETI E PERSONAGGI: |
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Ugo Tognazzi (Stefano Garbelli), Ilaria Occhini (Daniela), Mario Carotenuto (il presidente Losi), Marisa Merlini (Amalia), Pinuccia Nava, Armando Bandini, Aldo Berti, Mario Castellani, Margaret Robsahm (Carla), Olimpia Cavalli, Consalvo Dell'Arti, Vera Gambaccioni, Renato Mambor, Arrigo Peri, Massimo Righi, Gianni Musy, Franco Giacobini, Franco Ressel. |
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CAST TECNICO |
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Soggetto: Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi - Sceneggiatura: Giulio Scarnicci, Renzo Tarabusi, Luciano Salce, Franco Castellano, Pipolo [Giuseppe Moccia] - Fotografia (Panoramico): Marco Scarpelli - Scenografia: Giancarlo Salimbeni Bartolini - Musica: Armando Trovajoli - Montaggio: Franco Fraticelli - Produzione: Alado Calamara, Achille Filo Della Torre per Mec Cinematografica (Roma) - Distribuzione: regionale - Origine: Italia. |
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TRAMA |
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Stefano Gardelli, modesto impiegato romano, mentre in una serata d'estate porta a spasso il cane viene da lontano indicato come il suo protettore da una prostituta, Daniela, molestata dai "magnacci" di alcune colleghe. La donna si presenta poi a Stefano, facendosi passare per una infermiera che lavora di notte in una clinica. Stefano fa così amicizia con Daniela, che lo interessa: e senza rendersene conto passa per il suo protettore sia agli occhi dei rivali, che lo aggrediscono per dargli una lezione, sia a quelli della polizia, che convoca al Commissariato aggredito e aggressori. I poliziotti mandati in sorveglianza scambiano per una casa equivoca anche il luogo in cui Stefano si reca, con alcuni colleghi di ufficio, per una riunione sindacale. Il commissario di polizia va a parlare col direttore della ditta dove Stefano lavora, il conte Losi, spiegandogli i propri sospetti, che si appuntano anche su Carla, la segretaria del direttore, la quale ha sempre respinto le "avances" di quest'ultimo. Inconsapevole dell'equivoco che si è creato, Stefano accetta di organizzare a casa sua, su richiesta del direttore, un appuntamento galante con Carla: e finalmente l'occasione di chiarire il malinteso, ma Stefano viene licenziato. Finisce allora con una ricca vedova, Amalia, che da tempo gli faceva la corte e che è proprietaria di un grande supermarket. D'ora in poi farà davvero il mantenuto, costretto a lavorare nel supermarket agli ordini della moglie. Ma in un impeto di rabbia fa fragorosamente precipitare a terra una fila ordinata di barattoli in vendita. |
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LA CRITICA |
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Tognazzi, per l'esordio alla regia, recupera i suoi sceneggiatori preferiti, Scarnicci e Tarabusi, a cui aggiunge un'aura coppia, a lungo collaudata in film precedenti: Castellano e Pipolo. Ma non è un esordio particolarmente apprezzato dalla critica, che in genere affida la recensione ai "vice". Circa le ragioni del passaggio dietro la macchina da presa, Tognazzi, all'epoca della lavorazione del film, ha dichiarato: «Purtroppo l'attore deve solo obbedire. Per tanti anni ho subito; è vero che tentavo di ribellarmi, di fare quello che volevo io, ma alla fine aveva sempre ragione il regista perche mi inquadrava a modo suo e poi mi tagliava al montaggio. Ora basta. Adesso mi giro come voglio io perché comando io. [...]». |
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«Tognazzi direttore di se stesso nel film "Il mantenuto". Vi da prova di moderazione, non accentrando ogni battuta e ogni "pointe" sul proprio personaggio, sfuggendo cioé al pericolo che minaccia in genere gli attori che per la prima volta si cimentano in funzione di regista. Gli sceneggiatori Scarnicci e Tarabusi gli hanno fornito un canovaccio esile, ma comunque meglio congegnato delle farsette solite imperniate sul popolare comico. [...] Accanto a Tognazzi, che stavolta appare controllato, come del resto già nel "Federale", l'avvenente Ilaria Occhini e la bizzarra Margaret Robsahm. [...]».
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«L'esordio di Ugo Tognazzi nel campo della regia cinematografica non è stato clamoroso: ma neppure si è risolto in un naufragio. Si potrebbe dire che è stato dignitoso, ecco. Era ingenuo aspettarsi da un uomo con le caratteristiche, le capacità ed i limiti del comico cremonese, un capolavoro. Ma per la verità ci si poteva aspettare anche una serie di vecchie battute e di situazioni stantie. Aver evitato questo pericolo e senza dubbio un merito di Tognazzi. [...] Discreta l'interpretazione, oltre che di Tognazzi, di Ilaria Occhini. Brava come sempre Marisa Merlini».
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«[...] Un film comico come tanti altri, con un Tognazzi [...] più umano rispetto a precedenti caratterizzazioni. Ma il film vuole essere qualcosa di più: una satira di certi ambienti che potremmo definire "pasoliniani", con un fondo di amara misoginia. Purtroppo la satira si ferma alla scenetta del sogno [...]. Il risultato è un film pulito e ovvio nel primo tempo (con qualche rara battuta indovinata), disordinato e raffazzonato al momento di tirare i fili della vicenda, di concludere. [...] Prevedibile come interprete, Tognazzi e come regista alquanto privo di personalità. Ilaria Occhini è bella, ma il regista ha preferito mettere se stesso in primo piano. Che errore!».
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«[...] Tognazzi [...] non è mai riuscito a superare la battuta, lo sketch da avanspettacolo: è anche se talora la sua ironia appare in qualche modo graffiante, essa non è mai andata in profondità; raramente si e trasformata in satira di costume. [...] Invece "Il mantenuto", sia pure in modo monco e stentato, sia pure disperdendosi ancora nel facile trucchetto strapparisata, qualcosa dice. E soprattutto ha il coraggio di concludere in modo serio e amaro, senza nulla concedere ai compromessi abituali. [...] Tognazzi [...] non perdona nessuno [...], non "carica" il suo film di messaggi o di intenzioni: si limita, una volta tanto, a dire fino in fondo la verità, a darci un'immagine precisa delia realtà. Che il suo film zoppichi a lungo prima di trovare il "passo" adatto, non toglie nulla al merito di aver avuto questo coraggio».
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FOTOGALLERY |
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