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Mezzi di trasporto |
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Posso dire fortunatamente di non aver mai provato la vera e propria fame dell'attore che non riesce a rimediare la cena, anche se non sono mancati momenti di difficoltà. Prima di arrivare all'albergo sono passato per varie pensioni di second'ordine, la prima macchina l'ho avuta alla quinta, sesta rivista, mentre all'inizio si viaggiava in treno e qualche volta addirittura su un carro bestiame. |
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Grandi mezzi |
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I miei spettacoli non si avvalevano di grandi mezzi, perché non disponevo mai dell'impresario più facoltoso come quelli delle grandi compagnie. Spesso infatti la messa in scena era abbastanza criticata, i nostri costumi non avevano lo sfavillio di quelli della Osiris. Allora era la soubrette, come del resto il comico, a sostenere le spese dei vestiti che indossava, regolarmente detratte dallo stipendio. Questo, specie per un uomo, significava un grande sacrificio perché mentre una soubrette poteva sempre trovare un magnate o un ammiratore che provvedesse, era difficile per un comico trovare un'ammiratrice che gli pagasse lo smoking. Quello che molti considerano uno "spreco" si giustifica. Bisogna tener presente che allora si usciva dalla guerra, quindi l'occhio aveva bisogno di rifarsi delle brutture e della miseria, sia pure attraverso un gioco effimero di colori, luci, sete, stoffe, anche esagerato, superficiale, ma che procurava un indubbio appagamento iniziale. Lo spettacolo così com'era aveva una sua logica, il lusso era anche un modo per allontanare un brutto e duro periodo. L'impresario è sempre stato visto da me come una figura che all'inizio ha l'aspetto di un petroliere arabo e al sesto mese invece sembra un povero ragioniere alle prese con i conti, preoccupato di trovare i soldi per farci tornare a casa con un biglietto di seconda classe. Non ho mai avuto a che fare con impresari spendaccioni mentre altre compagnie potevano contare su individui che magari facilmente finanziavano gli spettacoli, anche se spesso si trattava di megalomani. I miei impresari invece si basavano di solito sulle anticipazioni di alcuni teatri. Il Lirico di Milano per esempio prima del debutto anticipava una cifra, che sommata a quelle di altri teatri permetteva di allestire lo spettacolo. È chiaro che si rifacevano con i primi incassi; se questi erano buoni restava qualcosa anche per la compagnia altrimenti, come accadeva spesso, a fine settimana l'attore e la ballerina restavano senza paga. |
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Puntino di forza |
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Nelle riviste del primo periodo ho avuto delle soubrette in concorrenza con la Osiris, che però si imponeva per lo sfarzo e una voce inconfondibile. In seguito poi la soubrette incominciò a spogliarsi, come una che ho avuto io, Lia Cortese, dotata di un corpo eccezionale, che appariva nuda nascosta da un cigno. La presenza della soubrette è sempre stata un freno al ritmo dello spettacolo, che per darle spazio perdeva colpi. Ciò che di solito mi avvantaggiava rispetto ad altre compagnie più importanti e sfarzose era il fatto di avere dieci ballerine in più che avevano il loro peso soprattutto sugli impresari che pagavano la compagnia in rapporto al numero delle donne presenti. Era prevista infatti una grossa penale soltanto se mancava una donna e questa, specie nel meridione, era una clausola contrattuale fondamentale. La passerella era un momento dello spettacolo solo italiano, un aspetto determinante perché per un attimo si usciva da quella scatola che è il palcoscenico e si andava tra il pubblico. Il mio numero in passerella consisteva in un monologo finale. Raccoglievo intorno a me una buona parte degli spettatori e il tono confidenziale che davo a questo monologo lo trasformava in una chiacchierata senza capo né coda, molto dimessa e naturale, che ha anticipato in parte le mie caratteristiche cinematografiche. Nel cinema ho potuto utilizzare toni ancora più sussurrati, quelli della vera e propria naturalezza che non è possibile sfruttare sul palcoscenico per problemi acustici. |
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Tre punti di sutura |
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Allora, per quanto ci si muovesse con molta cautela nell'utilizzare i copioni e le battute in direzione satirica, non era sempre facile mimetizzare una certa critica. Del resto operavamo in una situazione politica e sociale tale che i partiti, i personaggi e il loro modo di comportarsi ci offrivano gli spunti sufficienti. Ricordo che in un periodo molto teso, a Savona, raccontando delle storielle riguardanti Togliatti, De Gasperi, Bonomi e altri personaggi politici del momento, all'uscita dal teatro un giovanotto mi diede un cazzotto in faccia che mi procurò tre punti di sutura.. Non aveva gradito le battute riferite all'esponente del suo partito. |
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Scarnicci e Tarabusi |
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Pur facendo la rivista tradizionale, mi ricordo che quando giunse a Milano da Roma uno dei primi spettacoli satirici, "Soffia so'", basato soltanto sugli sketch e la bravura degli interpreti che uscivano ed entravano dalla scena a rotazione, devo dire che approvai subito quel tipo di spettacolo rispetto a quelli dove agli sketch si alternavano appunto scene fastose, scaloni eccetera. Tant'è vero che anche io, alla prima occasione, trovati due autori particolari, Scarnicci e Tarabusi, dotati di uno spirito goliardico e un po' surreale, mi agganciai subito a loro per fare qualcosa di più moderno e attuale. |
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E Vianello |
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Non ho mai avuto una spalla e quando ho lavorato con Carlo Rizzo mi sono accorto di quanto sia importante il ruolo di chi porge la battuta, che facilita i tempi della comicità e consente di sviluppare al massimo l'improvvisazione. Non ho mai avuto una spalla perché il genere di comicità che praticavo era dispersivo e non era fissato in sketch con battute e controbattute. Per lo stesso Vianello non si può parlare di spalla. Si esprimeva con una sua comicità un po' rarefatta, all'inglese e non era un porgitore di battute, faceva il suo personaggio e le sue caratteristiche evidenziavano la mia comicità più estemporanea, più grassa, più spontanea. Da questo rapporto scaturiva un binomio efficace e divertivamo in egual misura, mentre normalmente compito della spalla è quello di far sì che l'altro faccia ridere il più possibile. |
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FOTOGALLERY |
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