|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INTERPRETI E PERSONAGGI: |
|
|
|
|
|
|
|
|
René Gallimard (Ugo Tognazzi), Song Lilling (Arturo Brachetti), Mark (Pier Senarica). |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
CAST TECNICO |
|
|
|
|
|
|
|
|
Testo di J. Wong, musiche Tiziano Popoli. Regia John Dexter. Produzione Plexus. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TRAMA |
|
|
|
|
|
|
|
|
"M. Butterfly" è la storia di un uomo che stato amato dalla donna perfetta, la donna cioé che solo la fantasia di un altro uomo è in grado di creare, poiché, come dice il protagonista, «solo un uomo sa come dovrebbe agire una donna». Questo protagonista, il diplomatico René Gallimard, è convinto di essere un nuovo Pinkerton, lo spavaldo occidentale che si fa gioco dell'innocenza di una appassionata fanciulla orientale, cui ben si addice ii ruolo di Madama Butterfly. Solo che il povero Gallimard sarà costretto, dopo venti anni, a rendersi conto che è lui, proprio lui, la sventurata Butterfly, occidentale questa volta, ingannata da un grintoso e spregevole uomo orientale. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LA CRITICA |
|
|
|
|
|
|
|
|
BUTTERFLY ERA UN UOMO E TOGNAZZI PORTA SULLA SCENA LA SUA STORIA |
|
|
|
|
|
Nel 1965, Bernard Boursicot, un funzionario dell'ambasciata francese in Cina, si innamorò di un'artista dell'Opera di Pechino, Shi Pei-Pu, e per poterla incontrare accettò di consegnare molti documenti segreti del suo Paese. Arrestato nel 1985, scoprì in tribunale che la donna che aveva amato era un travestito e spia. Questa storia incredibile ha ispirato la commedia "M. Butterfly" che Ugo Tognazzi e Arturo Brachetti stanno portando al successo. |
|
|
|
|
|
La commedia che tutte le sere Ugo Tognazzi e il trasformista Arturo Brachetti mettono in scena al Teatro Manzoni di Milano intitolata "M. Butterfly" lascia perplessi e sconcertati gli spettatori. Molti si domandano come mai Ugo Tognazzi abbia deciso di portare in teatro una storia tanto assurda. L'attore, infatti, nella commedia è un funzionario dell'ambasciata francese in Cina che si innamora di una ragazza cinese. Diventa padre, ma dopo vent'anni di convivenza scopre di essere stato truffato: la cinese in realtà è un uomo, è anche una spia del governo e, ovviamente, il figlio non è suo figlio ma un bimbo orfano servito per truffare Tognazzi, cioè per entrare in possesso di importanti documenti francesi. Questa commedia viene rappresentata da anni nei più importanti teatri del mondo, da Londra a New York, e ha grande successo. Piacerà anche in Italia? È presto per dirlo, perché il tema è sconcertante. Ma quel che è ancora più sconcertante è che la storia non è frutto di uno spregiudicato commediografo, ma è realmente accaduta. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LA DOLCE FANCIULLA ERA INVECE UN TRAVESTITO |
|
|
|
|
|
Polemiche? Quando il protagonista è Ugo Tognazzi si sa già che saranno smorzate dal suo tono sornione e accattivante. Così, alla Terrazza Martini affollata di giornalisti, Tognazzi parla sì, del "complotto dei critici" contro lo spettacolo con cui va in scena questa sera al Manzoni, "M. Butterfly", ma lo fa con pacatezza. «È vero, ho detto complotto», spiega Tognazzi, «perché si poteva prevedere anche prima del debutto che i critici avrebbero storto il naso. Per loro io resto un attore di cinema e mi introduco abusivamente nella famiglia teatrale, quando calco le scene. Mi piacerebbe invece che mi insegnassero qualcosa, invece di essere prevenuti. Sarei disposto a diventare allievo di chi sappia farlo, alla verde età di settant'anni meno un giorno». E dire che la scelta del testo sembra garantire il successo, anche perché lo spettacolo è allestito con la stessa regia (di John Dexter) che l'ha reso celebre negli States... "M. Butterfly" (creazione di un autore cinoamericano) regge ininterrottamente da tre anni a Broadway e ha vinto cinque Tony Awards. Il titolo riecheggia quell'opera pucciniana ma quella consonante puntata non si sa se stia per monsier o per madame. La storia infatti, ha anche risvolti ambigui: vi si narra di come un francese si invaghisca di una spia cinese, credendola una dolce e sottomessa fanciulla orientale, mentre si rivela, infine, un uomo travestito. Un testo in bilico tra echi boulevardier e riflessioni sui ruoli sessuali e i pregiudizi culturali. Accanto a Tognazzi, nella difficile parte dell'uomo travestito, un campione del trasformismo: Arturo Brachetti, che senza trucco sembra un ragazzino di sedici anni, anche se di anni ne ha ventinove, dieci dei quali trascorsi tra gli osanna del pubblico di mezza Europa incantato dai suoi virtuosismi. Si dice soddisfattissimo dell'esperienza: «L'anno scorso facevo quaranta personaggi in uno spettacolo, e per migliorare avrei dovuto farne ottanta. Ho preferito qualcosa di nuovo: una sola trasformazione, ma scavando a fondo nel personaggio. Ed è la prima volta che mi strucco, cambiando faccia, davanti al pubblico». |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
FOTOGALLERY |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
^ Torna su
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|