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La donna scimmia |
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INTERPRETI E PERSONAGGI: |
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Ugo Tognazzi (Antonio Focaccia), Annie Girardot (Maria, sua moglie), Achille Maierani, Filippo Pompa Marcelli, Ugo Rossi, Linda De Felice, Antonio Cianci, Jacques Ruet, Vittorio Esposito, Elvira Paoloni, Donna Badoglio (una suora), Antonio Altoviti. |
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CAST TECNICO |
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Soggetto, sceneggiatura Rafael Azcona, Marco Ferreri - Fotografia: Aldo Tonti - Scenografia: Mario Garbuglia - Arredamento: Ferdinando Giovannoni - Costumi: Piero Tosi, Vera Marzot - musica: Teo Usuelli, diretta dall'autore - Montaggio: Mario Serandrei - Produzione: Carlo Ponti per Compagnia Cinematografica Champion (Roma)/Les Films Marceau, Cocinor (Parigi) - Distribuzione: Interfilm - Origine: Italia-Francia (il film è stato girato negli stabilimenti Tirrenia) - Titolo di comproduzione: "Le mari de la femme a barbe". |
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TRAMA |
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Antonio Focaccia, quarantenne napoletano, ha sempre vissuto di espedienti. Ma un giorno in uno spizio scopre l'occasione della sua vita: una donna, Maria, vive al riparo da sguardi indiscreti perché, pur essendo per tutto il resto normale, ha il volto ricoperto da lunghi peli, che la rendono mostruosa. Antonio convince la donna a lasciare il suo rifugio e ad andare a vivere con lui. La esibisce quindi come "fenomeno vivente" nel proprio garage trasformato in baraccone. Maria diventa la principale attrazione di un grossolano spettacolo allestito da Antonio, che, per legarla ancor più a sé, decide di sposarla. La povera donna accetta e gli si affeziona sempre di più. Non protesta nemmeno quando Antonio si lascia convincere da un impresario francese, che vuol far esibire Maria a Parigi in un grottesco numero di strip-tease. A Parigi però Maria scopre di essere incinta, sta male e il suo spettacolo è compromesso. Antonio la riaccompagna allora a Napoli dove, durante il parto, la donna e il neonato muoiono. Un museo chiede e ottiene di conservare i loro corpi, ma Antonio ci ripensa; un pò per affetto, un pò per interesse si indebita per poter riavere i due cadaveri, li fa imbalsamare e ricomincia a esporli nel proprio baraccone. |
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LA CRITICA |
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«II film fece abbastanza rumore all'epoca in cui uscì [...], ma non fu capito. Se qualcuno lo rivedesse oggi, lo troverebbe non solo normale, ma in più vi vedrebbe una piccola storia poetica senza alcuna traccia di scandalo». |
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«[...] "La donna scimmia" ha un ritmo interno asciutto e preciso, che non sbaglia né la costruzione dell'atmosfera né la descrizione dei caratteri: fra Tognazzi e Annie Girardot, peraltro, è quest'ultima che ci è piaciuta di più, in una parte terribilmente ingrata [...]. Ricorda la Giulietta Masina della Strada, con una carica di commozione ancor più accentuata dal contrasto con la cinica incoscienza del suo compagno. Il quale, appunto perché non ha la brutalità di Zampano né l'aspetto rozzo di Anthony Quinn [...], assolve bene al compito di isolare artisticamente la figura di Maria, ma tradisce un'origine macchiettistica che forse poteva essere evitata con un maggior controllo nella recitazione: il personaggio, che rischiava di diventare indimenticabile, si limita così a essere semplicemente paradossale e ad effetto. [...]».
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«[...] Qui Ferreri e Azcona rovesciano implicitamente in senso laico, un rapporto come quello tra Zampano e Gelsomina, descritto nel vecchio film di Fellini "La strada". Tuttavia, anch'essi non hanno ottenuto questo risultato, se non a patto d'una certa astrazione. Cosicché l'universo di Antonio e Maria appare davvero qualcosa di assai particolare, di fine a se stesso, di idealizzato sia nell'orrore, sia nella pietà. E Antonio, nonostante le intense sfumature che Tognazzi, forse alla sua prova più alta gli conferisce, non risulta sufficientemente limpido e motivato, soprattutto nel risvolto finale, ch'era quello decisivo. [...]».
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«[...] Ferreri ha tratteggiato con molta delicatezza la figura del povero mostro, attribuendole i sentimenti d'una donna normale [...]. Anche il marito della donna scimmia, pur con qualche ambiguità di disegno, è un personaggio riuscito. L'interpretazione di Annie Girardot è eccezionale per efficacia e intelligenza della parte. Ugo Tognazzi un pò generico, riesce tuttavia a convincerci della sua complessiva umanità».
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«[...] Forse la miglior prova della maturità raggiunta dall'attore Tognazzi nel controllo delle sue risorse espressive e in "La donna scimmia": pensiamo soprattutto agli intensi primi piani del protagonista accanto al letto della moglie morente. Ma è comprensibile che il pubblico non abbia acconsentito a un film che contraffaceva troppo i lineamenti del più originale personaggio del nuovo cinema comico. [...]».
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«[...] "La donna scimmia" assomiglia a "La strada" più che a qualsiasi film. [...] Tognazzi, che i più hanno trovato un pò debole in questo film, ci sembra invece esemplare nella sua ambiguità di uomo medio, né buono né cattivo, legato al carro di un sistema dal quale non può assolutamente sciogliersi; non meno convincente di una Annie Girardot patetica e coraggiosa [...]»
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FOTOGALLERY |
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