SAN FRANCISCO\ aise\ – “Mancano poche settimane all’edizione di primavera di Cinema Italia San Francisco. Il programma di aprile 2019 celebrerà e omaggerà Ugo Tognazzi, attore cinematografico, televisivo e teatrale italiano, nonché regista e sceneggiatore. Nato a Cremona, da adolescente ha lavorato come contabile per una fabbrica di salumi, e in seguito ha iniziato a esibirsi nei teatri amatoriali del posto. Tuttavia, bisognerà aspettare fino al 1950, quando Tognazzi avrà 28 anni, perchè si faccia strada come attore e diventi una star negli anni ’60 grazie alle sue apparizioni nelle commedie del regista Marco Ferreri. San Francisco ospiterà una serie di film anche se “questa volta è stata dura”, ha confessato a L’Italo-Americano il direttore di Cinema Italia Amelia Antonucci. “Avevamo meno fondi rispetto al passato, ma il Console Generale italiano, Lorenzo Ortona, e il nuovo direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, Annamaria Di Giorgio, così come altri pochi generosi sponsor locali, ci hanno aiutato a realizzare questo sogno” ha aggiunto”. Così scrive Serena Perfetto che ha intervistato il direttore Antonucci per “l’ItaloAmericano”, diretto a San Francisco da Simone Schiavinato.

“Ancora una volta, i film saranno in 35 mm e gli amanti del cinema di San Francisco li apprezzeranno sicuramente. Il programma inizierà presto (alle 10 del mattino) con il film più impegnativo della carriera di Elio Petri, seguito da Dino Risi e uno splendido ritratto del boom post-economico nella società italiana, con Gassman nel ruolo di co-protagonista.
Il pomeriggio vedrà la Tragedia di un uomo ridicolo di Bertolucci, per il quale Tognazzi ha vinto il premio al Festival del Cinema di Cannes nel 1981. Il Vizietto, il ruolo più difficile e più riuscito della carriera di Tognazzi, in francese, diretto da Edouard Molinari, sarà alle 18.30. Sebbene sia stato un film controverso, intensamente discusso, che ha sollevato problemi morali in Italia, il pubblico l’ha adorato, rendendolo il miglior successo della carriera di Tognazzi anche all’estero.

L’ultimo film della serie (subito dopo la festa che abbiamo chiamato “La grande festa”) è La Grande abbuffata, diretto da Marco Ferreri. Questo film ha scioccato il pubblico del festival di Cannes e ha diviso i critici in due fazioni. Venne considerato sia il film peggiore e più disgustoso dell’anno, sia la miglior critica della borghesia di quegli anni. Scopriremo sabato sera cosa ne pensa il pubblico di San Francisco!

Abbiamo avuto una conversazione con Amelia Antonucci, che dirige la nona edizione di Cinema Italia con la stessa passione e lo stesso impegno degli inizi.

D. Direttore Antonucci, perché Cinema Italia ha scelto Ugo Tognazzi per questa nona edizione?
R. Ugo Tognazzi è l’interprete principale del genere di film noto come Commedia all’italiana. Dopo l’omaggio dello scorso autunno all’affascinante e attraente Marcello Mastroianni, c’era bisogno di mostrare quell’altro uomo italiano, altrettanto famoso anche se forse non altrettanto bello, ma virile, macho e versatile. Volevamo che venisse riscoperto da San Francisco ed eccoci qui! Ha lavorato per molti registi in ruoli diversi, in quasi 150 film, anche in lingue diverse. Tuttavia, ha mantenuto la sua maschera da giullare tragicomico, un ruolo che ha continuato a sottolineare sempre di più in ogni film, anche quando era introspettivo e acuto. In quegli anni persone come i politici, i banchieri … gli uomini in generale … cercavano di farsi strada in tutto: nella vita degli altri, negli affari, persino a letto! Un esempio è rappresentato dal film di Dino Risi, I Mostri.
D. L’Istituto Luce Cinecittà ha già portato i film di Tognazzi a New York. Come ha ideato una lista di film per il pubblico di San Francisco?
R. Come è successo per quasi tutti i nostri precedenti programmi, subito dopo il lancio annuale delle serie restaurate a New York, a dicembre, Luce Cinecittà ha offerto un pacchetto per i tour negli Stati Uniti e in Canada. San Francisco ha sempre il privilegio e il dono speciale di essere la prima a scegliere i film. Per me, è stato difficile selezionare i migliori, perché l’obiettivo finale è quello di coprire la vita di un attore in un giorno. Ho scelto quelli che credo siano i suoi ruoli migliori e più significativi diretti da cinque dei migliori registi del tempo.
D. Tognazzi ha sempre alternato ruoli comici e drammatici. Era questa la sua più grande forza come attore?
R. Tognazzi ha iniziato la sua carriera come comico televisivo con Raimondo Vianello. Il suo umorismo, anche nei suoi primi sketch, navigava sempre tra la satira e una dura critica della società. Non aveva il fascino malinconico di Marcello Mastroianni, né il volto infantile di Sordi o la maschera tragica di Totò. Il suo aspetto “anonimo” lo ha costretto lottare per anni prima di ricevere attenzione. Una volta ha detto durante un’intervista: “Non sono un attore carismatico che ha lavorato tutta la vita per essere come Sordi, che oggi è l’Albertone Nazionale” Io sono … io potrei essere un Ughetto internazionale … Ho visto Sordi in tv e sembrava il Papa, mentre io sembro sempre uguale a me stesso” (il critico Federico Cacchiari lo riporta in un saggio del 2010). I film degli anni ’60 hanno uno scopo serio e si occupano di politica, terrorismo e problemi sociali contemporanei. Tognazzi era sempre accigliato, mai sorridente o divertente. Negli anni ’70, da attore maturo e più vecchio, interpretava più se stesso. In uno dei film di Monicelli, Venga a prendere il caffè (1970), Tognazzi ha dichiarato: “Lo scheletro di tutte le società, passato, presente e futuro si riduce a questa formula: avere piacere e dare piacere”.
D. I suoi figli hanno detto molte volte che era la stessa persona a casa e nei film. Qual è la sua idea di Tognazzi?
R. Penso che avessero ragione e sicuramente lo conoscevano bene. Ogni volta che andavamo a vedere i suoi film e guardavamo la sua vita sulle riviste o in tv, Tognazzi sembrava sempre molto socievole, sempre capace di intrattenere e cucinare per la sua famiglia e i suoi amici. Il documentario che mostreremo all’Istituto Italiano di Cultura il 25 aprile, diretto dalla figlia Maria Sole Tognazzi, ci mostra esattamente questo suo aspetto. Sono cresciuta guardando i film di Tognazzi ed era uno dei miei attori preferiti. Ho visto quasi tutti i suoi film e lui è diventato parte del mio mondo. Ho amato le sue critiche politiche e il suo modo di affrontare la vita. Era il padre che tutti noi volevamo avere: sia divertente che serio.
D. Qual è il suo film preferito e perché?
R. La Tragedia di un uomo ridicolo è il mio film preferito. Due geni, Bertolucci e Tognazzi, hanno reso possibile quel miracolo. È un vero capolavoro. Amo anche Il Vizietto e ho deciso di portarlo sotto i riflettori perché è un ritratto ben fatto e meraviglioso dello scontro tra bigottismo e libertà di scelta. San Francisco è il posto giusto per accogliere questo film nella versione originale, come abbiamo fatto con Scent of a Woman. C’è stato un remake, come tutti voi sapete, con Robin Williams, ma anche il grande attore americano non è riuscito a raggiungere la grandezza di Tognazzi in questo ruolo.
Scoprite il programma del cinema e acquistate i biglietti per Cinema Italia (in programma il 27 aprile al Castro Theatre di San Francisco) all’indirizzo http://www.cinemaitaliasf.com”. (aise)

Fonte: aise.it